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lunedì 21 novembre 2011

CASO CALLGEST: LA VOCE DEI LAVORATORI - di Andrea Titti


Continua la crisi in seno alla Callgest, i lavoratori sempre piu' preoccupati per le loro sorti si appellano a tutte le autorità competenti ed all'azienda stessa affinchè l'attuale situazione di stallo delle trattative si sblocchi, salvando il quadro occupazionale e l'integrità dell'azienda di Pavona. Il momento economico generale si riflette anche sui territori e su tutte quelle attività che non riescono a far fronte alla crisi.

Il caso che Meta sta seguendo sin dal suo inizio, rappresenta per certi aspetti un esempio paradigmatico di come uno sviluppo senza regole sia destinato a sfumare quando si presentano i primi segni di criticità del mercato. L'attività imprenditoriale in tempi di vacche grasse lascia apparentemente spazio a tutti, come se il fare impresa non presentasse piu' fattori di rischio e addirittura, non ci fosse neppure bisogno di stare sul mercato con prodotti e servizi competitivi. Ecco allora la bolla dei call center, delle commesse, dei sub appalti e della totale precarietà, il tutto senza alcuna garanzia per i lavoratori. Particolarmente colpiti da questo genere di situazioni sono i giovani ed in generale tutte quelle categorie oggi fuori dalle protezioni del sistema, se si esclude la cassa integrazione in deroga, attivata di recente. Tutto ciò va a svanire quando i morsi della crisi si fanno piu' acuti, e attività come quella in esame sono le prime a risentirne. Oltre duecento impiegati sull'orlo del licenziamento, con la cassa integrazione in scadenza il trentuno dicembre, non sanno ancora quale sarà il loro destino. Antonella Sorrentino, segretaria provinciale Callgest della Federazione Nazionale Cisal-Comunicazione, rilascia ai nostri tacquini le inquietudini dei lavoratori e delle tante donne coinvolte: "A volte - dichiara Antonella Sorrentino - troviamo difficoltà persino nell'interlocuzione fisica con i rappresentanti dell'azienda, estremamente restii nel tenere i lavoratori informati sugli sviluppi delle cose. Tutte le sigle sindacali presenti in azienda,, si stanno adoperando affinchè si trovi una soluzione compatibile per salvaguardare i posti di lavoro e le famiglie. Cisal-Comunicazione in particolare - continua il segretario provinciale Callgest - è impegnata per l'ottenimento delle piu'ampie garanzie per i dipendenti, che da mesi non ricevono retribuzione, e sono esposti a gravi ricadute economiche per le loro vite". Meta sostiene ogni diritto dei lavoratori che, come in questo caso, viene messo in discussione, senza un quadro normativo realmente garantista. Per quanto ci riguarda invitiamo tutte le Istituzioni a farsi carico del problema, nel rispetto delle esigenze dell'impresa e dei titolari della stessa, ma mai dimenticando che la priorità è il valore del lavoro e con esso la sua giusta retribuzione, la quale è garanzia dell'integrità morale e materiale del lavoratore.

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