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venerdì 28 ottobre 2011

IL RUGGITO DEL CONIGLIO O IL COLPO DI BRUTO? - di Pasquino Castellano

Dopo due giorni è già rientrato l'allarme rosso alla Pisana: gli assessori del Popolo della Libertà, che in un primo momento avevano rassegnato le dimissioni nelle mani della Governatrice, Renata Polverini, in polemica contro le decisioni del Governo in materia di piano casa, dopo una riunione fiume con Angelino Alfano, sono di nuovo al loro posto, rientrati nei ranghi senza battere ciglio. Sono bastate qualche pacca sulla spalla e qualche promessa generica sulla centralità del "modello Lazio", da parte dei vertici nazionali berlusconiani, per indurre a piu' miti consigli gli apparentemente bellicosi esponenti laziali. Alla riunione hanno partecipato tutti i cordinatori provinciali del Lazio, i deputati ed i Senatori eletti in questa regione, unitamente ai triunviri: La Russa, Bondi e Verdini, accompagnati dal segretario nazionale, la folla delle grandi occasioni o, per dar retta ai maligni, c'era così tanta gente a quella riunione, da far somigliare il vertice ad un'assemblea sessantottina, perchè si sa che se non si vuole decidere nulla in una riunione basta invitarci tanta gente, che tanto tutto è stato già apparecchiato in separata sede da chi di dovere. Nei comunicati stampa si legge che gli assessori satolli riprendevano in mano le loro deleghe: ma queste deleghe poi, sono mai state effettivamente a disposizione degli assessori? Analizzando i fatti comunque, si potrebbe affermare che per l'ennesima volta gli esponenti laziali abbiano fatto spallucce verso un partito che poco ha a cuore gli interessi del loro territorio, essendo totalmente a guida "padana", insomma, i soliti abbai alla luna, il solito ruggito del coniglio romano prima di alzare bandiera bianca. In verità non tutto è riconducibile a questa logica, infatti, si intravvede la regia di Renata Polverini, che appare sempre piu' indipendente dal Pdl e da Berlusconi, dopo che, per restare con il Cavaliere aveva abbandonato il suo mentore politico Gianfranco Fini. La Presidente della Regione sta gestendo il potere con mano ferma, quasi autoritaria, e nel contempo sta radicando sul territorio un suo movimento che, all'occorrenza, potrebbe tramutarsi sia in una componente interna al Pdl, maggioritaria nel Lazio, sia un partito autonomo slegato dall'orbita di Arcore, qualora il declino politico di Berlusconi subisse una rapida accellerazione. Ecco perchè le dimissioni prima ed il rientro poi degli assessori Pdl può essere un segnale che nel Lazio il Pdl non risponde piu' ne ad Alfano ne a Berlusconi, ma alla Polverini, la quale, in questo modo, avrebbe dimostrato di aver allargato di molto il suo perimetro d'influenza politica, ben oltre i confini della "lista Polverini". Forse dal Lazio sono già iniziate le manovre per far cadere Cesare, tanti sono i Bruto in lista d'attesa.

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