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sabato 22 ottobre 2011

CIAMPINO: LA VERGOGNA VIAGGIA SUI BINARI - di Andrea Titti



Episodio sconcertante sulla linea ferroviaria Velletri - Roma che, ancora una volta porta alla ribalta la questione del pendolarismo nella nostra provincia ed in particolare su una linea fortemente provata che necessita di urgenti interventi. Venerdì 21 Ottobre è stato proclamato, da alcune sigle sindacali, uno sciopero dei lavoratori del comparto ferroviario, ergo il servizio poteva avere dei ritardi o dei malfunzionamenti.

Apparentemente nulla di nuovo per le migliaia di cittadini che ogni mattina si recano al lavoro, dai Castelli Romani verso la Capitale, alcune fasce orarie protette dovevano mettere al sicuro lo svolgimento delle corse negli orari piu' caldi, fino alle nove del mattino ed a partire dalle 19.00 della serata.  Come da copione infatti, il treno delle 8,54 che da Cecchina proseguiva verso Roma Termini, partiva normalmente. Tutto filava liscio: "perchè quando il treno parte vuol dire che arriverà sicuramente al suo capolinea", sussurravano ignari i pendolari, invece, alla fermata di Ciampino, una voce soave informava i passeggeri che: "causa sciopero il treno ferma qui la sua corsa".

Praticamente a Ciampino il capotreno iniziava a scioperare, lasciando a piedi tutti senza alcun preavviso. Immaginate l'umore e lo stato d'animo delle persone che si erano illuse di andare al lavoro in orario quel mattino. Ad adiuvandum per la calma delle persone si aggiungeva l'assenza di qualsivoglia autobus sostitutivo che da Ciampino li portasse a Termini, meta finale del treno ammutinatosi. La rabbia in pochi minuti è montata, fino ai limiti dell'aggressione fisica verso gli operatori installati all'interno della stazione di Ciampino, i quali, balbettanti, non sembravano in grado di tenere la situazione sotto controllo. "Se un treno fa sciopero non parte, ma se parte deve arrivare a destinazione, visto che abbiamo pagato un biglietto intero, o in alternativa si informino i passeggeri nelle fermate di transito - dicevano imbufaliti i malcapitati - siamo noi a dover scioperare verso un servizio da terzo mondo - chiosavano". Ora, al di la di qualche deprecabile ma comprensibile intemperanza verbale, i cittadini avevano perfettamente ragione nel reclamare un servizio degno di questo nome. Lo sciopero è un diritto costituzionalmente garantito ma non è possibile che per certi ambiti lavorativi come quello dei trasporti sia una specie di jungla ove non si capisce mai il motivo dello sciopero ma ci si limita a danneggiare chi di quel servizio ha bisogno impellente ed irrinunciabile. Nel caso di specie, dopo una mezzora di accese proteste e l'intervento di polizia e carabinieri, si è deciso di far ripartire il treno verso Roma, evitando guai ulteriori. La questione del pendolarismo su rotaia sta diventando sempre piu' importante da affrontare da parte degli organi competenti, dato che aumentano a vista d'occhio: disagi, malfunzionamenti e disservizi di ogni tipo. Vagoni carenti, orari non rispettati, persone stipate come bestie in carrozze sporche, presenza costante di barriere architettoniche che impediscono ogni fruizione per i disabili, stazioni sempre piu' decadenti, incustodite e pericolose.

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