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domenica 7 agosto 2011

"ULTIMI VAMPIRI" DI G. MANFREDI: IL MORSO DELLA NARRATIVA HORROR D'ECCELLENZA - di Wy Th'ou von Leander

Dopo Io credo nei vampiri, torniamo ai figli della notte, con una raccolta di atmosfere, universi condensati di fuochi ardenti, restando nello scaffale italico del genere, con Gianfranco Manfredi. 
Ultimi vampiri è un libro dato alle stampe trent’anni fa. L’ autore è artista che fonde l’ispirazione musicale, visiva e poetica al servizio della controcultura degli anni Sessanta e Settanta, attore, sceneggiatore, compositore. Spirito ironico e disilluso, umanista, nasce a Senigallia nel 1948. Si laurea in Filosofia a Milano con il Professor Mario Dal Prà, empirista critico. A Milano resta, la musica resterà centrale fino all’inizio degli anni Ottanta.


Nel 1978 pubblica L’amore e gli amore in Jean-Jacques Rousseau, nel 1983 Magia rossa, nel 1987 Ultimi Vampiri. La ripresa dell’horror e dei vampiri avviene solo nel 2008, a distanza di trent’anni, in cui molti cambiamenti ha avuto il mondo, coi suoi spettri, i bestsellers, il cinema. Il modo di vivere, di rappresentare e avere incubi è molto cambiato, tra Ultimi Vampiri e Ho freddo c’è il valico su cui un’anima morta deve passare: se è stata pura e grande sarà un ponte largo, se sarà stata meschina e ottusa un solo filo, sospeso sull’inferno.

Gianfranco Manfredi era ben pronto al viaggio per un Altro Mondo, giacchè di mondi troppo distanti e troppo vicini a quello che in cui viveva aveva dimistichezza già allora: Ultimi Vampiri è raccolta di luoghi e cosmi storici assai diversi, cui la riedizione del 2009 allega un racconto del 2003, Consunzione, e una storia ancora inedita, Summer of Love (più lungo degli altri, quasi un romanzo). I figli del Fiume, Limpieza, Il pipistrello di Versailles, La guarigione, Fratello blu, Hanno rubato la testa dell’Arcivampiro, Il metodo Vago, sono gli altri racconti, seguiti anche da un’ Appendice, in cui l’autore parla della peste vampirica, di Voltaire e del libro Io credo nei vampiri di Emilio de’ Rossignoli. In Rousseau, a cavallo tra il vecchio Illuminismo e il nuovo fervore romantico, si intrecciano le cifre di Manfredi come scrittore, lucido sapiente ironico, sospeso nei luoghi della mente e della storia che si fanno valichi di forma di vita diverse, ma sempre partecipi di un destino e di vincoli, conglomerati in una corporeità biologicamente perfetta, che del sangue ha e fa nutrimento per se stessa.

“Non si possono disperdere le tenebre a fendenti. Lascia ai cristiani simili illusioni. Il buio sarà sempre con noi. In esso vagano creature ignote e disperate. Non sappiamo donde sono venute e perché il loro viaggio si accompagni al nostro. Solo le leggende soccorrono”

Il Vampiro di Manfredi non è l’eroe maledetto che il commercio vampirico più recente ha smerciato. Si tratta di un essere concreto, reale, reale come lo sono gli uomini, che può vivere rintanato nelle paludi dove sorgeranno i giardini di Versailles o nelle leggende degli zingari, che non considera l’uomo un fulcro (antropocentrismo che riaffiora nei romanzi d’appendice), dovendo vivere una propria non-vita. Non c’è, in alcun racconto, il compiacimento per i suoi poteri fini a se stessi: il vampiro come animale così come anche l’uomo è animale, facenti parte della Natura, che dispensa bisogni e grandezze.

Il vampiro, così come lo ritroviamo tra le pagine di questo libro incredibile, può essere il nemico contro cui la limpieza di un ragazzo zingaro si trova a scontrarsi, coadiuvato da un gesuita della Santa Inquisizione. Il racconto Limpieza è il più lungo tra i tanti, parla di Miguel, giovane gitano dalla nascita speciale. Limpieza e Summer of love sono i racconti più interessanti della raccolta, al di sopra degli altri non tanto per temi quanto per la lunghezza che ha permesso al narratore, che scrive in prima persona, di irretire il lettore nella serie di rimandi e rappresentazioni in grado di ricreare una trama più completa. Miguel e Lazlo, i protagonisti dei due racconti, sprigionano attorno a sé l’atmosfera di una familiarità e di una lontananza complete, ipnotiche per il lettore, sussurri di distanze enormi nel tempo e nella mentalità, riproduzione immaginaria di due momenti incuneati nella storia e riportati in vita come scena per le azioni, passioni, pensieri e parole di protagonisti particolari, sempre affiancati da figure cesellate fin nel minimo dettaglio. Il compito di Miguel, in Limpieza, consiste nello scacciare Moisar, il demone che si è ribellato persino alle schiere di Lucifero, solitario, cantato dai gitani; la sua missione è anche un viaggio verso quel nocciolo di sé più profondo e limpido, grande; fino alla scoperta dell’amore e del proprio destino.

“È stato l’Amore. Non vergognartene. È un Dio che si impone anche agli dèi. E chi ne ha conosciuto l’ebbrezza, sa che essa non può essere eguagliata. Nemmeno se tu fossi vento e pioggia, nemmeno se tu potessi sperimentare ogni trasformazione della materia, proveresti estasi pari a quella dell’Amore. L’Amore cancella ogni altra forza e potere, naturale e sovrannaturale. Unico scampo è odiare, intensamente, con l’impeto della tempesta”


La vicenda di Lazlo, ambientata nella sfrenata America degli anni 60’, è il doloroso andare avanti tra prigionie e liberazioni, la scoperta, maturazione, presa di coscienza, di un mondo sempre più cupo e difficile da comprendere…

Assurdo. Appunto. Le teorie del Complotto hanno sempre qualcosa di assurdo. Ma a maggior ragione… perché non pensare che sia proprio l’Assurdo a occupare il centro di tutto? Continuiamo a farci il girotondo, attorno a quel vuoto, perché non vogliamo vederlo. Ma io non scappo. Non sono uno che scappa. Sono uno che attende. E lì dovevo attenderlo, mi dissi.

… un mondo in cui droga, sesso e violenza si chiamano gli uni agli altri lasciando, libero, solo un pertugio, per qualcosa di infinitamente più grande, luminoso, incarnato nella figura di Rosalind…

Io sono sottile… Così alcuni sapienti chiamarono anticamente gli esseri come me: i Sottili, perché siamo fatti con gli elementi più sottili della materia. Ma sono gli esseri umani che attribuiscono nomi alle cose e alle creature.


Umano e sovrumano: Ultimi Vampiri è un calice di sangue caldo per chi ha sete, molta sete, di un viaggio attraverso i non-luoghi dell’esistenza e della storia, che danno fondamento a tante delle cose che ci sono più comuni.

Sito dell'autore:  http://www.gianfrancomanfredi.com/home.html .

1 commento:

  1. Prima puntata su Gianfranco Manfredi, che sa far vivere al lettore quella dimensione sospesa tra reale e irreale in cui si scoprono dimensioni dell'uomo e del mondo che credevamo solo immaginazione.

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