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venerdì 19 agosto 2011

PERSUASIONE: IL FRUTTO MATURO DELL'AMORE ROMANTICO - di Carla Righetti

«”Un bello spirito, una disegnatrice di caratteri, che però non parla,
è veramente qualcosa che fa paura!”»

- citato nella Postfazione, “Jane Austen” di Virginia Woolf.


«Jane Austen domina pertanto emozioni assai più profonde di quanto si offrano a prima vista. Ci incita ad aggiungere ciò che manca. Ciò che lei ci offre è apparentemente una banalità, tuttavia composta di elementi che si espandono nell’immaginazione del lettore e investono di durevole vita quelle scen che esternamente sembrano così insignificanti. (…) Comincia a scoprire che il mondo è più vasto, più misterioso e più romantico di quanto avesse supposto»

- ivi.




Abbiamo riportato due frammenti della Postfazione scritta da Virginia Woolf, perché Persuasione (Persuasion in inglese) ha qualcosa di molto particolare, rispetto agli altri romanzi di Jane Austen, e la Postfazione della Woolf aiuta, almeno in parte, a focalizzare tanto la donna, la scrittrice, e i momenti della scrittrice. Persuasione è l’ultimo romanzo di Jane Austen, scritto nel 1815 e uscito nel 1817, l’anno della morte di Jane (44 anni). Fu proprio con l’edizione postuma di Persuasion e Northange Abbey che venne allegata ai testi una “nota biografica”, dove per la prima volta si faceva il vero nome dell’autrice di romanzi che tanto successo avevano riscosso in Inghilterra, amati dal Principe Reggente e tradotti in Francia. Come anche la Woolf sottolinea, la morte per malattia di Jane non poteva non aver interrotto un processo di cambiamento e di ulteriore maturazione della scrittrice e della donna, che in Persuasion (scritto nel 1815) già si faceva sentire.

La storia è già una storia “postuma”, scritta dopo eventi fondamentali nella vita di Anne Elliot, figlia di un baronetto scialacquone e vanitoso, sorella minore di Elizabeth Elliot, una ragazza non meno leggera e vanesia, e sorella maggiore di Mary, sposata a Charles Musgrove, donna nervosa e caratterialmente volubile. Anne, a ventisette anni, momento in cui comincia il romanzo, si trova non solo senza marito, ma anche interiormente legata all’uomo di cui si era profondamente innamorata a diciannove anni, un ufficiale di Marina, Frederick Wentworth. Il fidanzamento era stato interrotto a causa di Lady Russell, intima amica della defunta madre di Anne, donna assennata che ha preferito persuadere Anne a non invischiarsi in un matrimonio senza prospettive, lei che apparteneva a un rango così elevato della società. La ragazza dà ascolto ai consigli di quella che, per carattere e intelligenza, considera una madre, rompe il fidanzamento spezzando il cuore di entrambi, e continua a districarsi, silenziosa e discreta, nei guai e nelle piccole vicende di famiglia. Il problema che assilla sir Walter Elliot, a inizio romanzo, sono le economie in rovina, a causa di un tenore di vita molto superiore alle possibilità della tenuta, cosa che comporta una sola possibilità, quella di dare in affitto la casa e prenderne una più piccola. Lì si reca con la figlia Elizabeth, scegliendo di escludere Anne dal cerchio assai stretto delle loro preoccupazioni, fatte di vanità, inconsistenza, esteriorità e freddezza. Anne Elliot viene così lasciata libera affinchè una serie di eventi la riportino vicino a Frederick che, caso vuole, è imparentato con quell’Ammiraglio che ha preso in affitto la casa del baronetto.

Tra ansie, sconvolgimenti, ingiustizie, Anne Elliot rimane se stessa, con la forza di carattere di un’eroina, mescolata tuttavia a una dolcezza, comprensione per gli altri, che se non esclude una capacità di discernimento e critica assai affilata dell’intelletto, comporta una mitezza del cuore fatta per far crescere e rendere felici gli altri, nell’impossibilità di essere lei stessa. Anne è una donna autonoma e intelligente (ha solo due amiche vere, con cui confidarsi), immersa nella rete di relazioni immancabili in ogni opera della Austen, di cui però è punto focale, che poco contrasta il mondo in cui è, lo lascia essere e cerca come può di sopportarlo, finchè non trova una dimensione migliore, persone più affini per buon cuore e indole, in grado di rimediare all’indifferenza fondamentale di cui è oggetto nella famiglia intesa in senso più ristretto. Se nelle altre opere di Jane Austen gli occhi e la mente dell’autrice sono intimamente legate alle protagoniste, facendone personaggi assai limpidi e chiari, ben netti e familiari al lettore, in Persuasione si ha l’impressione di essere accanto a Anne vederne i pensieri più profondi, senza però poterla conoscere fino in fondo.

La meravigliosa abilità di Jane Austen ha fatto di Anne Elliot, personaggio che avrebbe potuto facilmente lasciare indifferente un lettore che abbia amato Elizabeth Bennet (Orgoglio e Pregiudizio) o Emma Woodhouse (Emma),  una donna le cui emozioni, vissute con tanta intensità, delicatezza e dolcezza da farla anche tremare, pur restando salda nel comportamento e nella franchezza e nella cortesia dei modi, diventano parte del mondo mentale del lettore, che, quand’anche non riesca ad immedesimarsi in Anne per il suo carattere introverso, non potrà non trovarla creatura meravigliosa, rara, difficile. Anne Elliot è la donna che crede fermamente a una costanza di intenti, pensieri, valori, assai facilmente travisabile e disprezzabile da chi non possida con lei un comune sentire, e immensamente amata, al contrario, da coloro che riescono a vederne la bellezza interiore. Così è per l’ora Capitano Frederick, che dopo otto anni di separazione da lei, e il rifiuto di tornare a cercarla una volta promosso a Capitano e possidiente di una fortuna di 25.000 sterline guadagnate in marina, dovrà arrivare a scegliere: o superare la ferita di un abbandono, o rinunciare a lei per sempre. Non è detto che sarà così semplice, specialmente con un cugino delle Elliot, futuro ereditiere del titolo e della proprietà, di modi squisiti, che corteggerà la donna per averla in sposa.

Degli altri personaggi si conosce quello che viene a saperne Anne, e la conclusione del romanzo si chiude in fretta, con un capitolo di spiegazioni e completamenti, visto che una volta venute meno le complicazioni dovute ai sentimenti, l’acqua si fa cheta e la barca della narrazione può serenamente entrare e riposare in porto. La sensazione che lascia, sul lettore, il modo in cui Jane Austen chiude il libro, è di una serenità molto concreta, per nulla ideale, dove nulla viene dato per scontato e dove il mondo, pur nella sua follia e negli eventi che facilmente causano infelicità e separazione, ha la parte che deve avere.

Sebbene ogni cosa si concluda come i sentimenti e le circostanze permettano (sottolineaiamo con forza che anche le circostanze hanno la loro grande parte, secondo la Austen), in modo affine al resto dei romanzi di questa fantastica scrittrice della campagna inglese, chi legge, arrivando alla parte conclusiva del libro e di tutta la produzione completa della Austen, è rimasta commossa, al pensiero che, forse, i sentimenti veri e profondi sono l’unico autentico sogno possibile in questo mondo. Sebbene, in modo molto concreto e cosciente della natura della società e del mondo umano, la storia di Anne Elliot insegna che, se una rendita da sola non basta certo a suscitare amore in una donna retta e fedele a se stessa, le condizioni economiche e sociali rendono possibile, o impediscono, all’uomo di sposarla. 

E, questo, è nel giusto equilibrio delle cose.



 - A Rosanna V. , una donna fantastica e sorprendente
che mi ha fatto conoscere Jane Austen
consigliandomi di cominciare proprio con "Persuasione".

1 commento:

  1. Tra amore romantico e amore cortese, Jane Austen matura scopre la delicatezza dei sentimenti di un'eroina che, pur non aspettandoselo, arriva a riscoprire la grandezza e la bellezza del mondo attraverso il ritorno del suo grande amore. L'ultimo romanzo completo della grande scrittrice inglese, che ha fatto sognare le donne della sua e delle generazioni a venire.

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