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mercoledì 27 luglio 2011

L'AMANTE: INTIMITA' DI INFINITI SILENZI - di Wy Th'ou von Leander

Lettore, il libro che trattiamo è un esile piccolo libro, righe di inchiostro che a distanza di anni cercano di tracciare, di nuovo, l'esperienza incredibile di una passione.

Con L’amant, pubblicato nel 1984, Marguerite (nata Donnadieu) ottiene il premio Goncourt. Non era nuova alla scrittura, arte che aveva scelto sin dagli anni Quaranta come via di espressione. Con L’amant, raggiunge riconoscimento e risonanza, e di Marguerite Duras si avrebbe avuta nota financo a trasformare la sua intima, sensuale e a tratti scandalosa vicenda autobiografica nel film del 1992. Il cambio di cognome risaliva all’arrivo della ragazza in Francia (1932), sul calco del villaggio dove viveva il padre. Prima, era stata l’Indocina francese, dove era cresciuta e aveva amato, sulle rive del Mekong, odierno Vietnam, nei dintorni della città di Saigon – dove frequentava un collegio femminile francese. Impegnata nella Resistenza contro l’invasione nazista, si vide deportare il marito Robert Antelme a Dechau. La militanza nel PCF durò fino al 1950, quando fu espulsa per dissidenza.






Di fronte a L’amant (in Italia L’amante) ci si trova anche alle spalle di una donna che narra, già cresciuta, con tutta la potenza, però, di un ricordo vivo, narrato per immagini e tratti riconnessi tra loro nell’intimità del cuore della vicenda, che non ha un solo volto, che ha un inizio e una fine ma vive di molti aspetti e, soprattutto, non pretende di esaurirsi nelle parole: le affatica, è la memoria ad esaurirle, portarle a compimento, in quadri contingui e annessi l’uno all’altro da un filo rosso. Tanto che, delle vicende (autobiografiche) della autrice nella sua giovinezza, esiste un’altra versione: L’amant de la Chine du Nord, libro del 1994, a seguire di due anni la realizzazione del film diretto da Jean-Jacques Annaud, dove i protagonisti vengono interpretati da Jane March e Tony Leung Ka-fai.



Amore e passione di una ragazza di quindici anni e mezzo con un uomo molto più grande, una ragazza bianca amata da un cinese, carica del peso di una madre fallita e tremendamente adorata, di un fratello maggiore violento, pieno di dipendenze e privilegiato dalla madre, di un fratello minore disossato dalle dinamiche familiari fino alla morte. Il rifiuto di accedere a un piano di comprensione e di vita radicalmente differente, l’impossibilità di trovare una via alternativa al lacerante amore e odio di cui era intessuta la vita familiare, imbevono le pagine di una fatica e di una leggerezza estenuanti, intrecciate, che si posano sui paesaggi, le persone e gli oggetti come polvere, che attenua le distrazioni colorate e riconduce le vicende alla stretta morsa della passione e dell’indifferenza. “Ci amavamo e di quando anche riuscivamo a odiarci – scrive Marguerite, e più avanti continua – Di lì comincia il silenzio, quel silenzio sul quale mi affaticherò lentamente per tutta la vita. Non ho mai scritto credendo di farlo, non ho mai amato credendo di amare, ho solo aspettato davanti a quella porta chiusa”.



Se la sensazione, in alcuni momenti, è quella di andare sotto l’acqua e non riuscire più a prendere respiro, il silenzio che avvolge la ragazza e il lettore lo conduce in un mondo dalle regole differenti, un mondo infinito e indefinito che divora se stesso e consuma – un mondo parallelo a quello reale della miseria, della violenza, della meschinità di un tutto il restante che non viene minimamente menzionato dalla voce narrante: c’è il Mekong (che quando è troppo caldo sembra direttamente annodato al cielo, senza rive), il traghetto, il collegio di Saigon e la casa della madre, qualche brandello di Francia (nelle parole del cinese che la rimpiange), la stanza dove la ragazzina e il suo amante consumano i loro amplessi. Una stanza separata dalla strada solo da una persiana e una tendina, permeabile agli odori, ai suoni e  ai rumori. Sordo, sembra essere il cuore. Impossibile il cambiamento – “il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi della condizione in cui si è” – : il ricchissimo padre dell’amante non acconsentirà al matrimonio, la famiglia della ragazzina approfitterà di quel cinese che la ragazzina non ama. Nell’opaca consistenza di una vita che si logora e consuma, la relazione incomprensibile e indefinibile tra i due assume i contorni di una vicenda tutta interiore, privata, che neppure la stessa ragazza è in grado di comprendere e che getta l’amante nella disperazione della propria solitudine.



Attorno a lei, che può comprendere solo quando tutto è finito, ci sono i fratelli, e poi una madre incomprensibile e interiormente distrutta. Altre donne, donne che la ragazzina guarda cosciente di sapere qualcosa che esse, belle e rivestite di ogni ornamento e assai dedite a conservarsi, non sanno: “non c’è da attirare il desiderio. Il desiderio era in colei che lo provocava o non esisteva. C’era fin dal primo sguardo o non era mai esistito. Era l’immediata intesa sessuale tra due persone o non era niente”. E solo una ragazza, Hélène Langonelle, diciassettenne, anch’essa bianca, calamita il discorso della ragazzina, che la vorrebbe compagna dei giochi col proprio amante – per poter definitivamente appartenere a lui. Il luogo dei loro incontri segreti “è un posto irrespirabile che rasenta la morte, un posto di violenza, di dolore, di disperazione, di disonore”.



In fondo L’amant parla della vita schiacciata che cerca in tutti i modi un varco per raggiungere la luce. Ingiudicabile, incomparabile, trasmette la sensazione grezza di una tristezza incancellabile, quanto la risoluzione della ragazzina – a diventar scrittrice, un giorno. Per non perdere memoria, per non perdersi, forse per arrivare a trovarsi per la prima volta.




1 commento:

  1. Una bianca francese cresciuta sulle rive del Mekong ha regalato all'umanità la testimonianza di un amore perduto ancora prima di essere trovato, incredibile, nella sua sensualità, come sanno esserlo solo le passioni imperfette. Wy th'ou Leander arricchisce il suo contributo al settore letterario recensendo un testo che, una volta letto, non lascia più il cuore del lettore.

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