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martedì 12 luglio 2011

ALBANO LAZIALE: IL SOLITO BALLETTO MA IL DISCO E' ROTTO - di Pasquino Castellano

La coalizione di centrosinistra uscita vincitrice alle ultime elezioni amministrative di Albano Laziale somiglia sempre più a una panetteria, specializzata sempre e solo in rimpasti. L’arte della panificazione è tra le più antiche e nobili, ma quando si usa sempre la stessa farina per offrire sempre lo stesso pane, il gioco è scoperto, ed i clienti cambiano forno. Il sindaco Nicola Marini (Pd), persona sobria e onesta, politicamente, sta mostrando non pochi limiti, nella gestione di una composita e assai affamata maggioranza, tanto per continuare con i paragoni gastronomici.
Sin dall’inizio i problemi tra i fratelli Sannibale, si perché la politica sta diventando sempre più appannaggio di poche famiglie e “famigli”, ed il sindaco, si sono palesati in tutta la loro profondità.

L’Udc, che in polemica con l’ultima gestione Mattei – Silvestroni, aveva scelto di appoggiare il centrosinistra nel 2010, risultando fondamentale per la vittoria di Marini, non ha mai digerito fino in fondo l’alleanza, “contro natura”, con Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori e Federazione della Sinistra, che ad Albano era stata cucinata. Ecco perché le fibrillazioni sono state all’ordine del giorno, fino a raggiungere l’acme, nel Febbraio 2011, quando le opposizioni in Consiglio Comunale, assai sonnacchiose, qualche malevolo osa dire accondiscendenti, con il centrosinistra, promossero una raccolta di firme per sfiduciare il Sindaco, raccolta alla quale, aderì anche Fabio Sannibale, consigliere comunale Udc, spalla del fratello Maurizio, assessore all’urbanistica e vice sindaco a quei tempi. Immaginate le polemiche, che portarono alla spaccatura dell’Udc, tra lealisti, capofila dei quali è il consigliere Luca Andreassi, e rottamatori.

Le cronache narrano di firme con inchiostro simpatico, apposte e ritirate, nottetempo, da parte dei centristi e di qualche frangia socialista della minoranza. In quell’occasione, Cesare riuscì a fermare la mano di Bruto, prima che quest’ultimo vibrasse il colpo decisivo, pertanto tutto si risolse con la defenestrazione di Maurizio Sannibale dalla giunta, e con un mini rimpasto, che accontentò anche le altre anime inquiete, che amano razzolare nelle aie della politica in attesa di qualcuno che lanci loro becchime prelibato. La quiete durò lo spazio di un mattino, infatti le polemiche interne continuarono, con un Nabil Cassabgi sempre più scatenato fustigatore, di tutti coloro che però, in campagna elettorale, aveva contribuito a sostenere, unitamente alla fronda centrista, sempre più in rotta con Marini, impegnato a fronteggiare i primi malumori all’interno del suo stesso partito, il Pd, per l’imbarazzante situazione di stallo amministrativo creatasi.

Arriviamo ai giorni nostri, con un altro azzeramento di giunta e un nuovo rimpasto, che sostanzialmente reintegra nella giunta Maurizio Sannibale, come assessore all’urbanistica, concede la delega a Vice Sindaco, al sempiterno Maurizio Sementilli, eliminando Raffaele Esposito (Il Cigno), dal bilancio, (chissà come prenderanno la cosa gli esponenti della lista civica in questione), affidato ad Andrea Marconi ex candidato a sindaco “Ribelle” nella contesa del 2005, schiacciato dalla corazzata Mattei-Silvestroni, ai tempi ancora unita, e dal candidato, figlio d’arte, Antonacci.

Marconi oggi è vicino all’Udc, o meglio, a una delle sue tre anime in Consiglio. Detto ciò, una domanda ci attanaglia, ma dentro questa giostra che posto occupano i bisogni, gli interessi dei cittadini e la cura dello sviluppo della Città? Ad esser superficiali oseremmo pensare l’ultimo, per non dire che sia assente. Infatti, la stabilità e la continuità amministrativa, anche nelle scelte di ogni giorno, sono la precondizione per un buon governo locale: come si può programmare un’azione amministrativa se ogni due giorni cambiano gli interpreti e agli assessorati le porte girevoli mulinano neppure fossimo al Grand Hotel?

Da sottolineare che tra le poche linee di continuità nelle giunte rimpastate è l’assenza e la non considerazione della figura femminile, dimenticata una volta riposti i manifesti elettorali ed i microfoni per i comizi. Non ci resta che denunciare lo stato di un governo locale immobile, ripiegato su se stesso, aggrovigliato in equilibri degni del peggior manuale Cencelli, incapace di dare la scossa alla Città. Ci rallegreremmo se ci fosse oggi già una alternativa pronta, ma non esiste purtroppo. Speriamo che qualche anima pia si muova, perché Albano ne ha terribilmente bisogno.

2 commenti:

  1. "Ennesimo rimpasto gattopardesco che dimostra lo stallo politico nell'antica Albalonga", così Pasquino Castellano ha commentato la sua analisi sul secondo rimpasto della giunta Marini ad Albano Laziale, che Meta Magazine On Line riceve e pubblica senza censura.

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  2. Assolutamente grottesco. Sono alla frutta da tempo, sono pugili suonati che sperano in un impossibile GONG!!!!!!!!!!

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