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martedì 31 maggio 2011

IL CAVALIERE DICE: "VI PENTIRETE. PREGATE IL BUON DIO", ERETICO RISPONDE MA ANCHE NO !

Cassandre, ovvero: i vecchietti del Muppets Show senza bavaglio iniziano ad inviare i loro messaggi, da Tora Bora, con la battuta del Cav

Vi pentirete. Pregate il buon Dio”.

Uno stimato, e lungimirante, uomo politico italiano ama chiamare “i messaggi da Tora Bora” gli audio e/o video messaggi di Berlusconi ai Promotori della Libertà… Un MITO, il Cavaliere… , riuscire a perdere un comune come Milano, governato da una vita, sia al primo turno pesantemente (segnale politico), sia al secondo turno (tortorata “magna), e dire ineffabilmente che

                                                                 la colpa è sempre di qualcun’altro 
                                                                                            (summa teologica del nostro paese, scritto volutamente minuscolo quando troppo spesso il provincialismo trionfa) è fantastico !

Ma di miti ce ne sono tanti, da amante quasi feticista dei pomeriggi e notti post-elettorali, col calar delle tenebre il gioco si fa duro e chi è sotto botta, chi ha vinto, chi è mezzo morto e mezzo vivo dà il meglio di sé:

pidiellini e celoduristi–leghisti girano sbandati i salotti tv in cerca d’autore; piddini non appagati dall’amplesso elettorale dopo anni di magra o di astinenza a dirla tutta (cit.) sfogano la loro rabbia cieca sui perdenti dell’oggi; terzopolisti rabdomanti provano a dire senza convinzione “noi l’avevamo detto” senza pensare che è vero, ma citando la battuta di Rino Formica a Mariotto Segni, nel 1993, perché hai vinto la lotteria, ma hai perso il biglietto ???. Insomma come al solito si passa da Palazzo Venezia a Piazzale Loreto con la velocità di un puma (cit.).
Parliamoci chiaro Pisapia e De Magistris rischiano di non durare, se per l’avvocato Giuliano le sfide sono molteplici, a cominiciare da un’ Expo 2015 da organizzare e far funzionare quasi da zero (chi vuole intendere, intenda…), per il buon Luigi fare la giunta non sarà facile, per non dire impossibile (non lo è o non lo è stato a Marino per il rieletto sindaco Adriano Palozzi, pur dall’alto del “più grande Pdl di questa tornata amministrativa” e di un’autorevolezza sul territorio dei Castelli Romani “vertical” citando l’aggettivo spagnolo), ma era più importante, per una volta 
                     avere l’uovo oggi (la sconfitta di Berlusconi) e non la gallina domani (la costruzioni di un nuovo centrodestra).

Lo dico senza convinzione, ma oggi si ride beffardi di chi circa un anno fa, negava anche l’evidenza la crisi ineluttabile di un modello, quello del Pdl ora prima Forza Italia+Alleanza Nazionale, che non reggeva e continua a non reggere sui territori: quando manca la politica, manca tutto. Come giustificare lo scandalo della lista presentata in Lombardia (i Radicali stanno vincendo tutti i ricorsi, la guerra chissà…)  e la mancata presentazione della lista in provincia di Roma alle regionali 2010, senza che nessuno abbia pagato il conto di cotanto scandalo. 

Santa Renata Polverini ha fatto il miracolo ancora di più la base che ha portato chiunque a votare                    “in ogni luogo____ ed in ogni_____   l a g o ” 
                                                        nella provincia romana e nella Città Eterna, i “capiscioni” della politica hanno pensato che la vittoria sanasse tutto, il popolo non è bue (cit.) e alla fine a distanza di dodici mesi abbondanti, ha presentato regolare fattura.

Ridono beffardi e fanno bene Casini e Fini, ma dove sono stati  negli ultimi 3 anni il primo e nel 2010–2011 il secondo, quando c’era da dare un’alternativa ad un popolo di centrodestra che credeva e sono sicuro ancora crede al grande partito dei moderati ??? Dalla protesta non si è passati alla proposta concreta (cit.) e il buon Nichi festeggia…

Il terzo polo non va, veramente non è mai nato, ci si accontenta di vedere ridotto ai minimi termini il Caimano, come ci si accontenta al Loft romano del Pd, una volta il Pci aveva Botteghe Oscure, ora è rimasta solo l’opacità di una vittoria chiara e limpida in superficie, ma di qualcun altro, perché Bersani può fare “Ferrini quello vero” (un giornalista Rcs docet) quanto vuole, ma al di là delle agevoli vittorie (senza avversari veri, stile spot Mastercard ti piace vincere facile) di Bologna e Torino al primo turno, ora trionfano rispettivamente:

De Magistris, Idv rito non dipietrista, a Napoli;

Pisapia, Sel a Milano dopo ippon (il kappaò dello Judo) alle primarie per i candidati del piddì;

Zedda, giovane virgulto Sel a Cagliari.

Unica eccezione Cosolini a Trieste del Pd, ma dopo la tonnara tra Antonione (si si sempre lui quello di Antonveneta…) ed il senatore Camber, avrebbero avuto vita facile in molti.

Insomma domani è un altro giorno come Brunone Vespa ha scherzato chiudendo il Porta a Porta di stanotte ad urne “calde”, che Dio ce la mandi buona citando Berlusconi, ma anche no! aggiunge eretico.


di Eretico.

P.S. Per le querele rivolgersi all’editore od al Cav, indirizzo via dell’Umiltà n.36, lo scriba qui presente cita i Righera “no tengo dinero” !

LIBIA, ITALIA ED EUROPA TRA PASSATO E FUTURO - di Gavina Masala

Non più di un paio di giorni fa mi trovavo in aereo, seduta affianco ad una anziana signora. Dato che avevo in mano una copia di un quotidiano, la signora ha intrapreso una discussione sulla rivolta libica e sulla condizione socio-economica dei pensionati statali in Italia. La signora, che avrebbe potuto essere una qualunque mamma o nonna italiana, pensava che i ribelli libici avessero sbagliato a rivoltarsi contro Gheddafi, dato che quest’ultimo aveva fatto conoscere periodi di
prosperità economica al suo popolo.
Nella discussione mi è capitato di sottolineare che, sebbene quanto stesse dicendo avesse un fondo di verità in passato, la Libia si configura come una dittatura impietosa nei confronti degli oppositori al regime e che non tutto è giustificabile in nome del benessere economico, ammesso che i libici in genere potessero vantarne uno.

 Ovviamente queste affermazioni alla signora sono parse un inutile esercizio di stile, ha quindi iniziato ad asserire che sebbene in Italia non vi fosse una dittatura lei si sentiva sotto dittatura, dato che non aveva i soldi per permettersi neppure le cure mediche di cui necessitava. Questo piccolo episodio mi ha dato la misura di quanto siamo una popolazione in sofferenza, una sofferenza talmente acuta da non farci neppure più apprezzare le libertà di cui godiamo, per quanto spesso velatamente minacciate dal governo in carica.

IO L’AVEVO DETTO – FINISCE UN’ERA POLITICA - di Nicola Gallo

I ballottaggi a Milano, Napoli, Trieste e Cagliari, citando soltanto le grandi città chiamate ad eleggere al secondo turno i propri primi cittadini, ci restituiscono l’immagine di un quadro politico diverso, quasi rivoluzionario, non credo che ci si renda davvero conto del dato elettorale, piu’ dirompente dal punto di vista politico, in proporzione all’abnorme dato numerico, risultante sia due settimane fa al primo turno, sia al secondo turno odierno.

Finisce davvero un’era politica, si è detto è vero tante volte, ma in questo caso i numeri parlano da soli:

il ratto di Milano è uno schiaffo troppo grande, la capitale del berlusconismo cade fragorosamente, nessuna sorpresa vista anche una campagna elettorale, al limite del masochistico da parte del presidente del Consiglio ed in generale dalla squadra di Letizia Moratti, una continua chiamata alle armi che non ha funzionato e non poteva funzionare visto i dati del primo turno. 

A Napoli e Cagliari il distacco dai due candidati di Idv e Sel è piu’ che imbarazzante, un Lettieri ridotto ai minimi termini dalla forza della figura di Luigi De Magistris, che conferma l’exploit dell’ultime elezioni europee ed è forte di numeri imponenti se confrontati al risultato di Idv a livello di lista. Per Di Pietro una vittoria storica, per la prima volta il partito dell’ex PM guida una grande città italiana, ma anche un segnale per il futuro di un partito che solo se si rinnova trova performance elettorali convincenti. Il giovane Zedda è sindaco di Cagliari, dal sostanziale pareggio del primo turno ad una rotonda affermazione al ballottaggio, sconfitto Fantola, e forse ancora di piu’ per l’ex sindaco Floris uscito con le ossa rotte da questa tornata elettorale.

A Trieste la situazione più paradigmatica, dopo il decennio dell'amatissimo ex sindaco Di Piazza, il centrodestra cede pesantemente il passo alle diatribe e faide interne, Antonione è il candidato figlio di lacerazioni fortissime e trionfa al secondo turno il Pd Cosolini.

lunedì 30 maggio 2011

NOTA CRITICA A HELMUTH PLESSNER, I GRADI DELL'ORGANICO E L'UOMO: UN'INTRODUZIONE ALL'ANTROPOLOGIA FILOSOFIA - di Carla Righetti

Helmuth Plessner, I gradi dell'organico e l'uomo: un'introduzione all'antropologia filosofica, a cura di Vallori Rasini, Bollati Boringhieri, Milano 2006.



Die Stufen des Organischen und der Mensch. Einleitung in die philosophische Antropologie viene pubblicato in Germania nel 1928. Il sottotitolo del testo annuncia un'introduzione all'antropologia filosofica, perché Plessner intendeva, con esso, mettere le basi per tutte le riflessioni successive, fondandole in modo radicale in un'indagine filosofica sulla vita, sulle forme viventi. Aveva avuto in progetto l'opera sin dal 1923, data di pubblicazione del suo primo importante testo, Die Einheit der Sinne: dopo aver trattato dal punto di vista teoretico la funzione ed il ruolo dei sensi (in quella che definì una «estesiologia dello spirito»), si sarebbe rivolto alle forme organiche viventi, nelle tre specie di pianta, animale e umana.1 Eppure «I gradi dell'organico e l'uomo» sarebbe uscito solo cinque anni dopo, perché nel frattempo andarono rafforzandosi gli interessi di Plessner per le tematiche sociali,2 stimolati anche dall'amicizia con Georg Misch, che lo portò a conoscere Dilthey.

TERRITORIO E COMUNICAZIONE. QUALE SPAZIO PER I GIOVANI?

Si è svolto a Marino, presso il Kinà Art Cafè, un convegno, promosso dalle associazioni culturali Liberamente e FareSquadra, in collaborazione con il periodico Meta, dal titolo “Territorio e comunicazione: quale spazio per i giovani?”. Il clima dell’appuntamento è stato vivace ed effervescente, ricco di spunti e proposte, scaturite dai vari interventi dei relatori, che hanno potuto interloquire con il pubblico, qualificato, che era giunto fino a Marino, da molte città dei Castelli Romani. Nicola Gallo, fondatore dell’associazione FareSquadra, e moderatore dell’incontro, ha sottolineato il carattere territoriale dell’associazione, rappresentativa ed attiva, su quasi tutti i comuni castellani, da Frascati ad Albano, da Marino a Velletri, da Rocca Priora a Ciampino. “Il mondo associativo può essere formidabile tessuto connettivo per una realtà sociale come quella castellana” – ha affermato Gallo – “per destare un comune senso di identità e per collaborare nella ricerca di soluzioni comuni, rispetto ai vari problemi che interessano tutti, indistintamente dalle faziosità politiche del momento”. Andrea Titti, editore e direttore responsabile del periodico Meta, ha sottolineato il ruolo della comunicazione e dei media, rispetto alle realtà giovanili, disilluse dalle Istituzioni, troppo spesso inadatte a rispondere alle esigenze delle persone e incapaci di programmare un vero progetto di sviluppo territoriale sostenibile. “Meta nasce con l’ambizioso obiettivo di suscitare una egemonia generazionale, partendo dai nostri Castelli Romani, che dia voce a tutte quelle realtà giovanili, ricche di talento, che fanno fatica ad emergere, nel frastuono delle risse politicanti” – ha sostenuto Titti – “A volte le idee che rompono un sistema precostituito, di casta, vengono portate avanti da poche persone, almeno all’inizio, queste hanno il compito di testimoniare l’esigenza di un cambiamento profondo, altre le seguiranno, i più grandi mutamenti sociali e politici nascono dalle intuizioni di pochi che con coraggio, osano mettersi contro corrente e rischiare in prima persona. “Ci sono uomini che sognano e quando si svegliano smettono di sognare, ci sono altri uomini che quando si svegliano, usano il loro tempo per realizzare ciò che hanno sognato, ecco questi ultimi sono uomini pericolosi”, con questa frase di Laurence d’Arabia, Valerio Lamorte, giovane candidato alla carica di consigliere comunale a Marino, nella lista di Futuro e Libertà, ha esordito nel suo intervento. “Noi vogliamo essere uomini pericolosi” – ha continuato Lamorte – “proprio perché intendiamo rompere una cappa di potere che impedisce alla nostra comunità nazionale e locale di fare passi avanti, rinnovarsi, ringiovanirsi, ritrovarsi e riconoscersi. Sta proprio a chi è giovane, nonostante sia complicato oggi delimitare l’età anagrafica della gioventù,  fare uno scatto, impegnandosi, a partire dal proprio territorio, per incidere sulla vita sociale della sua comunità, rifuggendo le facili scorciatoie del do ut des, ma percorrendo la difficile strada della meritocratica selezione di una nuova classe dirigente, locale e nazionale” – ha concluso Lamorte.  In coda al convegno, la Dottoressa Carla Righetti, ha sottolineato l’esigenza di mettere in rete ogni realtà giovanile, per poi trasferirla nella vita reale, attraverso una comune sinergia comunicativa, tra virtuale e reale: “Interloquire con una persona o un gruppo assume un valore inestimabilmente superiore se, al dialogo in rete si affianca uno sguardo, un’incontro in carne ed ossa”.

Associazione Culturale FareSquadra
faresquadra.castelliromani@gmail.com